Alla fiera di San Lazzaro (di gucciniana memoria) si è rischiato di non poter più comprare e assaggiare i piccioni perché un’ordinanza comunale a partire da venerdì scorso, 14 novembre, vietava di cacciare i piccioni di città. Lo comunica Coldiretti Bologna, sottolineando che non è un problema da poco perché solo nel 2013 questi volatili hanno fatto alle aziende agricole bolognesi danni per 23 mila euro. Danni che sarebbero stati ben superiori se dal 2012 non fosse stata applicata la direttiva comunitaria che consente di controllare la diffusione dei piccioni. Nel 2011, quando questa direttiva non veniva applicata – ricorda Coldiretti – i danni accertati alle aziende agricole in provincia di Bologna avevano raggiunto i 41 mila euro. L’applicazione della norma, invece, in due anni ha consentito di dimezzare i danni a 21 mila euro, nel 2012 e a 23 mila euro nel 2013.
Al comune di San Lazzaro di Savena però interessano evidentemente più i piccioni delle imprese agricole e venerdì 14 con una apposita ordinanza l’amministrazione ha vietato la caccia in deroga, rischiando di fatto di riportare i danni a livelli inaccettabili per gli imprenditori agricoli, con rischi per la salute con infezioni e contaminazione di animali negli allevamenti, e quindi anche rischi per la salute della collettività che, peraltro, è chiamata anche a sborsare i soldi per i risarcimenti.
Il pericolo però è stato scongiurato grazie al ricorso che Coldiretti Bologna ha presentato e che ha spinto il Comune a revocare l’ordinanza di divieto in data odierna. Si tratta di un primo passo – commenta Coldiretti – per ridefinire un numero congruo di prelievi di questi volatili che in questa annata era stato drasticamente ridotto dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Inoltre, entro il 2015, Coldiretti Bologna ritiene necessario che i piccioni, ma anche gli storni, non più a rischio di estinzione, vengano reinseriti tra le specie cacciabili.