13 Aprile 2017
RISO: COLDIRETTI E-R, SODDISFAZIONE PER ETICHETTA MADE IN ITALY

“Esprimiamo soddisfazione per i risultati ottenuti con la nostra mobilitazione sul riso che ha visto la presenza a Roma di tanti produttori dell’Emilia Romagna preoccupati per il loro lavoro. Gli impegni assunti dal ministro delle Politiche Agricole rispondono alle richieste avanzate con la nostra piattaforma e forniscono strumenti per guardare al futuro con ottimismo”. Così il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, ha commentato lo storico ok all’indicazione di origine obbligatoria per il riso che pone finalmente fine all’inganno del falso Made in Italy con un pacco su quattro venduto in Italia che contiene prodotto straniero all’insaputa dei consumatori.

Nel corso della mobilitazione “SosRisoItaliano” – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha accolto le richieste e annunciato la firma assieme con il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, del decreto per sperimentare l'origine dei prodotti a base di riso nell'etichetta. Oltre all’obbligo dell’origine, l'Italia chiederà a Bruxelles l'attivazione della clausola di salvaguardia per bloccare le importazioni di riso dai Paesi che godono del sistema tariffario a dazio zero nonostante utilizzino in maniera intensiva pesticidi vietati da anni nella Ue e sfruttino il lavoro minorile, come denunciato dai produttori di Coldiretti. Inoltre, sarà avviato in via sperimentale l’assicurazione del reddito per i risicoltori sulla falsa riga del settore del grano duro. Al via anche un piano straordinario per la promozione e l’informazione sul riso italiano, necessaria per rimediare all’immobilismo dell’Ente Risi. Misure necessarie per difendere un settore in cui l'Italia – sottolinea Coldiretti – è primo produttore europeo, grazie alla coltivazione su un territorio di 234.300 ettari, per una produzione di 1,58 milioni di tonnellate (49% dell'intera produzione UE) realizzata grazie a 4.300 aziende risicole e circa 100 industrie risiere per un volume di affari di circa 1 miliardo.

Con le importazioni di prodotto straniero spacciato per italiano che nel 2016 hanno raggiunto il record storico – commenta l’organizzazione dei coltivatori – l’introduzione dell’obbligo dell’etichetta, fortemente sostenuta da Coldiretti, va finalmente a tutelare una realtà da primato per qualità, tipicità e sostenibilità e, con essa, il lavoro di oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera”,

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma - continua la Coldiretti - oltre 1/3 della spesa degli italiani è ancora anonima con l’etichetta che non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. Due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione (in attesa dell’ok di Bruxelles al decreto per l’introduzione dell’etichetta d’origine), come pure i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro dalla Cina o il pane. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario - continua la Coldiretti - il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
 
Il prossimo passo - conclude la Coldiretti - è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del latte e derivati che scatterà dal prossimo 19 aprile e poi quella del grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e già inviato alla Commissione Europea.

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI

Cibi con l'indicazione origine
 
E quelli senza
 
Carne di pollo e derivati
 
Salumi
 
Carne bovina
 
Carne di coniglio
 
Frutta e verdura fresche
 
Carne trasformata
 
Uova
 
Frutta e verdura trasformata
 
Miele
 
Derivati del pomodoro diversi da passata
 
Passata di pomodoro
 
Sughi pronti
 
Pesce
 
Pane
 
Extravergine di oliva
 
 
Latte/Formaggi in itinere
 
 
Pasta in itinere
 
 
Riso in itinere
 
 

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