5 Marzo 2010
MALTEMPO: ALLERTA FIUMI, 3.000 KMQ A RISCHIO FRANE IN EMILIA ROMAGNA

La straordinaria caduta di pioggia delle ultime ore in Emilia Romagna aggraverà ulteriormente il pesante bilancio di frane e smottamenti che si sono verificati sul territorio regionale. Secondo i dati del servizio idrometeorologico regionale e l’Arpa, nelle ultime 18 ore nelle zone del ravennate e del forlivese si sono registrate piogge pari a 60-70 millimetri, con conseguente innalzamento dei corsi d’acqua, dal Sillaro al Montone.
Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna ricordando che la ripresa delle piogge in questi due giorni ripropone con forza il problema della gestione delle risorse idriche e della difesa del suolo. In Emilia Romagna su oltre 22 mila chilometri quadrati di territorio ci sono oltre 3.000 chilometri di aree a rischio frane. In questa situazione sarà fondamentale il ruolo dei consorzi di bonifica di cui è stato varata recentemente una importante riforma che ha ridotto il numero dei consorzi da 16 a 8 proprio per rendere più efficiente il sistema di gestione delle acque, basato su un rete di 20 mila chilometri di canali, 454 impianti per il sollevamento e l’utilizzo delle acque, due dighe e 41 casse di espansione, che mantengono all’asciutto vaste aree della regione e le attività economiche che vi si svolgono, regolamentando il deflusso delle acque, fondamentale nei periodi di eccessiva piovosità.
La riforma diventa ancora più importante perché ad affrontare il problema del dissesto del suolo e della sicurezza idrogeologica, a fianco dei produttori agricoli, da sempre amministratori dei consorzi di bonifica, saranno chiamati anche tutte le altre categorie, che in precedenza potevano accedere al massimo al 10% della rappresentanza negli organi amministrativi. Con la nuova riforma, 1,4 milioni i consorziati di ogni settore produttivo eleggeranno i loro rappresentanti nel consiglio di amministrazione.
La nostra organizzazione si è battuta per arrivare a questo risultato, ritenuto fondamentale per l’apporto che tutte le categorie possono e debbono dare in termini di competenze e di efficiente gestione di strumenti fondamentali per la difesa del suolo, come sono i consorzi di bonifica. La consapevolezza che ci ha mosso in questa direzione è che di fronte ad eventi climatici estremi occorre il coinvolgimento e l’apporto propositivo di tutti gli attori sociali, abbandonando definitivamente logiche corporative.

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